Sabato 31 agosto alle ore
15 al Giardino d’Europa di Pieve Tesino si terrà l’attesissimo concerto di
Simone Cristicchi che chiuderà il programma dell’Agosto degasperiano – Lotta
contro il tempo. L’evento, ad ingresso libero, nasce dalla collaborazione con
Lagorai d’Incanto, la rassegna di eventi musicali che mira a raccontare il
territorio attraverso la musica. Quest’anno la Fondazione Trentina Alcide De
Gasperi ha, infatti, deciso di concludere con un grande evento, unendo le forze
con un’altra realtà sviluppatasi sul territorio negli ultimi anni, Lagorai d’Incanto
appunto, per regalare ai rispettivi pubblici una giornata di festa.
Nasce così l’idea di invitare un artista del calibro di Simone Cristicchi
il quale ha accettato di inserire la data nell’ambito del tour con cui, dopo 8
anni di successi teatrali con centinaia di migliaia di spettatori e sold out
ripetuti, è tornato sui palchi musicali di tutta Italia. Un concerto speciale,
in occasione della pubblicazione dell’album che raccoglie i suoi brani più noti
e amati e che si intitola “Abbi cura di me”, come la straordinaria poesia in
musica con cui Cristicchi ha incantato il pubblico del Festival di Sanremo
2019, aggiudicandosi il Premio Sergio Endrigo alla miglior interpretazione e il
Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale.
Il suo tour fa quindi tappa in Tesino, inserendosi alla perfezione nel
percorso di senso costruito dall’Agosto degasperiano, che vuole in questo modo
lanciare l’ultimo messaggio della rassegna: l’idea che proprio nell’atto
generoso di “prendersi cura” sta il segreto per vincere la nostra quotidiana “Lotta
contro il tempo”.
Secondo lo stile di
Lagorai d’Incanto, il concerto si terrà nella natura ed in particolare nel
magnifico scenario del Giardino d’Europa, tra i prati dell’Arboreto del Tesino
che faranno da teatro naturale all’evento.
In caso di pioggia
l’evento verrà ritardato alle 17 e spostato all’interno della palestra di Pieve
Tesino, dove, dati i limiti di capienza della struttura, l’ingresso sarà
garantito solo fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Ulteriori comunicazioni a
questo proposito verranno fornite attraverso i canali social della Fondazione
Trentina Alcide De Gasperi e di Lagorai d’Incanto.
Dopo il grande successo in termini di adesioni delle ultime stagioni ritorna dal 25 al 31 agosto l’appuntamento con l’ormai imperdibile “Settimana del benessere”, vero e proprio fiore all’occhiello della proposta turistica tesina. “L’evento è stato definito in tutti i suoi particolari già da tempo – assicurano gli organizzatori – con la volontà di offrire agli amanti della montagna sette giorni davvero indimenticabili da vivere a stretto contatto con la natura”.
Il progetto, realizzato dall’Ecomuseo del Tesino con il coordinamento dell’assessorato al turismo del Comune di Castello, si presenta, infatti, come un programma specifico capace di mettere in relazione movimento, relax, meditazione e alimentazione per regalare una serie di esperienze mirate immersi in un contesto territoriale unico come quello del Tesino. “Sempre più consapevoli dell’importanza di raggiungere un equilibrato benessere psicofisico – spiegano gli organizzatori – quello che prenderà il via nel finesettimana sarà un progetto indirizzato sia alla cura del corpo che della mente con una serie di attività outdoor capaci di stimolare positivamente l’individuo nella sua totalità”.
Corsi di radiestesia, Hatha Yoga e Tai Ji Quan all’aperto, passeggiate guidate alla scoperta delle bellezze e dei sapori del territorio, ma anche giornate dedicate alla meditazione in compagnia del monaco del tempio buddhista di Cinte Seiun, sono solo alcune delle iniziative che caratterizzeranno l’ultima settimana dell’agosto tesino. A completamento del programma una serie di conferenze e laboratori oltre ad un imperdibile concerto di canto gregoriano e armonico che si terrà all’interno dell’antichissima chiesetta di San Ippolito.
“Quella
che partirà il 25 agosto prossimo – concludono gli organizzatori – sarà dunque
una settimana interamente dedicata alla ricerca di un rapporto diretto con
l’ambiente circostante grazie al quale i partecipanti potranno riscoprire il
piacere e l’emozione di vivere la natura nella sua essenza”.
C’erano circa 450 persone domenica 18 agosto a Pieve Tesino, paese natale di Alcide De Gasperi, per la XVI edizione della “Lectio degasperiana”, l’evento pubblico che la Fondazione ha organizzato per onorare la memoria dello statista trentino nel sessantacinquesimo anniversario della sua morte.
Dopo quindici edizioni “tradizionali” questa volta è stata adottata una formula diversa, dando voce direttamente al protagonista attraverso importanti lettere inedite interpretate dall’attore Andrea Castelli e presentate da Giuseppe Tognon, presidente della Fondazione e dell’Edizione nazionale dell’Epistolario degasperiano. Un progetto quest’ultimo avviato nel 2016 con l’obiettivo di raccogliere e rendere disponibile online la corrispondenza dello statista.
Alla “Lectio Degasperiana” dal titolo “L’autobiografia di una nazione nelle lettere di De Gasperi” numerosi sono stati gli ospiti di spicco: fra questi le figlie dello statista Cecilia e Paola De Gasperi, il sindaco di Pieve Tesino Carola Gioseffi, il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, il vicepresidente Mario Tonina, il vescovo mons. Lauro Tisi, le senatrici Elena Testor e Donatella Conzatti, i deputati Mauro Sutto e Martina Loss oltre al consigliere provinciale Alessandro Savoi. Hanno preso parte all’evento anche il dirigente generale del Dipartimento istruzione e cultura della Provincia Roberto Ceccato, l’ex presidente della Provincia Lorenzo Dellai oltre a numerosi sindaci. Fra le autorità militari erano presenti il comandante provinciale della Guardia di Finanza Mario Palumbo e Michele Salvo, vicecomandante del comando provinciale dei Carabinieri di Trento. Fra gli altri ospiti intervenuti il presidente della Comunità Valsugana e Tesino Attilio Pedenzini, il presidente della Comunità Alta Valsugana Pierino Caresia, il sottosegretario della Cei don Ivan Maffeis e vari esponenti del mondo politico e culturale.
Le circa trenta lettere scelte per la Lectio hanno accompagnato i presenti attraverso un viaggio nel Novecento e nella singolare parabola umana dello statista nato a Pieve Tesino nel 1881.
Il suo percorso prende inizio nei primissimi anni del Novecento, quando si assiste all’affacciarsi di un giovane De Gasperi al panorama dell’impegno civile nel contesto trentino tirolese. Appena ventenne è già punto di riferimento anche per le Società operaie cattoliche delle valli più periferiche del Trentino.
La Prima guerra mondiale segna uno spartiacque fondamentale: da una lettera inedita sappiamo che fra il 1915 e il 1917 non è mai potuto rientrare in Trentino perché gli era stato ritirato il passaporto.
Da
uno spartiacque all’altro: la corrispondenza privata del futuro statista mostra
il progressivo affermarsi del fascismo e la difficoltà degli osservatori
contemporanei nel percepirne la portata: così De Gasperi nel luglio del 1923
rivela a Enrico Conci che “Non so che pensi Mussolini di me, ora. So che fino
ad un mese fa mi riteneva, tra i popolari, un equilibrato e un acquisibile alla
nuova situazione”. Lette una dopo l’altra, le lettere degli anni Venti mostrano
l’incredibile coincidenza tra le sue vicende personali, quelle collettive del
Paese e quelle del movimento cattolico per le quali il regime fascista, sempre
più trionfante e illiberale, rappresenta un elemento di divisione. Si arriva
così alle commoventi lettere dal carcere, dove a un De Gasperi che ha perso
tutto sembrano restare solo gli affetti familiari e il conforto di pochi amici
e ammiratori.
Uscito
dal carcere dopo 16 mesi, De Gasperi è un emarginato. Si sfoga così con don
Luigi Sturzo: “Vivo – come saprai – tra la famiglia e la biblioteca, all’ombra
del Cupolone, ringraziando la Provvidenza d’avermi riservata almeno un po’ di
pace esteriore. La pace interna difficilmente si raggiunge, quando lo spirito,
abituato alla dilatazione sociale, deve venir compresso entro la sfera limitata
della persona. Penoso è particolarmente il dover assistere inerti
all’oscuramento d’idee che avevano illuminato tanto cammino della nostra vita.”
È
un altro De Gasperi, un De Gasperi “segreto” quello che nel bel mezzo della Seconda
guerra mondiale scrive a Giuseppe Spataro rivolgendogli queste parole: “Io poi
che ebbi in te, in tutte le occasioni un amico di una devozione fraterna e di
una solidarietà costante ed effettiva, mi dichiaro tuo grandissimo debitore e
ti abbraccio, pregandoti di conservarmi in tua preziosa amicizia.” Al giovane e
brillante economista Sergio Paronetto scrive una lettera che dovrebbe essere
studiata ancora oggi per capire le basi morali della nostra Repubblica: “Senza
dubbio l’immediato domani esige lavoro ricostruttivo, ma l’antifascismo a cui
dobbiamo ancora tenere non è quello impastato di rappresaglie, di bandi e di
esclusioni, ma è il criterio che ci serve a identificare, misurare e giudicare
gli stessi antifascisti e non fascisti.” L’antifascismo di De Gasperi non è
quindi una contro-ideologia, ma un criterio democratico da osservare con
coerenza e senza scorciatoie.
La
corrispondenza si assottiglia un poco negli anni della guerra, per riprendere
abbondante nel 1943, quando De Gasperi intraprende il percorso che lo porterà
alla guida del Paese. I governi si mettono al lavoro e le lettere ripercorrono
le paure dello statista, la determinazione, il senso d’urgenza, la complessità
del quadro politico interno, ma anche della situazione internazionale, con la
questione di Trieste più aperta che mai.
Attorno
a lui si muovono amici, collaboratori, compagni di partito, avversari politici,
capi di Stato e religiosi. Per ognuno De Gasperi ha parole attente, a tratti
dure, a tratti capaci di ironia, come quando ammonisce un giovane Giulio
Andreotti dicendo “Quando diventerete saggi, v’accorgerete che avevo ragione;
ma sarà tardi”.
La
parabola umana dello statista si rialza e si riabbassa ancora una volta. Quando
nelle lettere inizia ad entrare il tema europeo, assistiamo ad un De Gasperi
“padre nobile”, determinato a mettersi al servizio di un grande progetto
collettivo. Nell’ultima lettera che scrive a Fanfani, quattro giorni prima di
morire, prendendo atto che la CED, il progetto di costituire un esercito unico
europeo, è destinato al fallimento, l’uomo non trattiene lo sconforto: “se le
notizie che giungono oggi dalla Francia sono vere, anche solo per metà, ritengo
che la causa della CED sia perduta e ritardato di qualche lustro ogni
avviamento all’Unione Europea. Che una causa così decisiva e universale sia
divenuta oggetto di contrattazione ministeriale proprio fra gruppi democratici
e gruppi nazionalisti, che sognano ancora la gloria militare degli imperatori è
veramente spettacolo desolante e di triste presagio per l’avvenire”. Solo le
ultime parole rivelano una fiducia profonda nell’uomo e nei suoi destini, che è
forse meno eclatante della constatazione dei tempi duri in cui De Gasperi
dovette camminare, ma allo stesso appare allo studioso attento delle lettere
degasperiane la costante più incrollabile di questa grande storia personale e
collettiva: “Sono molto buio, e spero che forse il mio isolamento mi faccia
vedere più nero di ciò che sarà. Auguriamocelo!”
Dopo quindici edizioni della “Lectio degasperiana”, che hanno visto la presenza di storici, giornalisti, studiosi e uomini politici, l’appuntamento del 2019 fissato per domenica 18 agosto a Pieve Tesino, ore 17, darà voce direttamente al protagonista, Alcide De Gasperi, attraverso le sue lettere interpretate dall’attore Andrea Castelli e contestualizzate da Giuseppe Tognon, presidente della Fondazione e dell’Edizione nazionale dell’Epistolario degasperiano.
De Gasperi si è, infatti, mosso nella politica usando con maestria la parola scritta e orale. I testi e i discorsi più importanti della sua vita testimoniano la sua grande potenza di pensiero e una straordinaria capacità di sintesi. Allo stesso tempo, le sue lettere ci svelano un uomo diverso dall’immagine che comunamente si ha di lui. Incontriamo così una persona energica, innamorato della sua terra e delle sue montagne, capace di alleggerire con l’ironia e con un’incredibile forza d’animo i tanti rovesci della sua vita. Le circa trenta lettere scelte per la Lectio accompagneranno i presenti attraverso un viaggio nel Novecento e nella singolare parabola umana dello statista nato a Pieve Tesino nel 1881. Il percorso prende, infatti, avvio nei primissimi anni del secolo scorso, quando si assiste all’affacciarsi di un giovane De Gasperi sulla scena dell’impegno civile nel contesto trentino tirolese. La Prima guerra mondiale ne segna uno spartiacque fondamentale: qui le lettere si fanno scarne e dirette, ma non mancano di rilevare aneddoti curiosi, come l’impegno profuso dallo statista per ottenere la scarcerazione della giovane Bice Rizzi, futura prima direttrice del Museo del Risorgimento di Trento e figura di spicco del Novecento trentino.
Da uno spartiacque all’altro, la corrispondenza privata mostra il progressivo affermarsi del fascismo. Nel 1925 le confidenze a don Guido de Gentili esprimono le difficoltà vissute in quegli anni. Durante il ventennio De Gasperi è un emarginato. Si sfoga così con don Luigi Sturzo: “Penoso è particolarmente il dover assistere inerti all’oscuramento d’idee che avevano illuminato tanto cammino della nostra vita”.
La
corrispondenza si assottiglia negli anni della guerra, per arricchirsi ulteriormente
nel 1945 quando De Gasperi intraprende il percorso che lo porterà alla guida
del Paese. Lo troviamo quindi a discutere con Togliatti del suffragio
femminile, condividere con Nenni l’angoscia per il rischio di una guerra civile
in Italia, trattare con Dossetti e Fanfani questioni interne alla Democrazia
Cristiana.
Attorno
a De Gasperi si muovono amici, collaboratori, compagni di partito, avversari
politici, capi di Stato, religiosi… Per ognuno De Gasperi ha parole attente, a
tratti dure, a tratti capaci di ironia, come quando ammonisce così un giovane
Giulio Andreotti dicendo: “Quando
diventerete saggi, v’accorgerete che avevo ragione; ma sarà tardi”.
L’Ecomuseo del Tesino, terra di viaggiatori rilancia la propria immagine attraverso un canale dedicato su una delle piattaforme di condivisione social più in voga degli ultimi anni: You Tube.
Non solo video per celebrare le meravigliose bellezze della Valle del Tesino, ma anche clip dedicate ad arte, cultura e scienza oltre a filmati delle numerose iniziative dell’associazione.